Via i guanti di velluto: il Tesoro Usa accusa, per la prima volta in modo esplicito, la Germania di attuare una politica economica troppo egoista che danneggia i suoi partner dell’Europa meridionale e soffoca l’economia globale: «La crescita anemica della domanda interna tedesca e la dipendenza di questo Paese dalle esportazioni hanno ostacolato il ribilanciamento delle economie proprio quando a diversi altri Paesi dell’eurozona era stato chiesto di contribuire all’aggiustamento frenando la loro domanda interna e comprimendo le importazioni. Il risultato di tutto ciò è stato una tendenza deflazionista prima dell’area dell’euro e poi dell’economia mondiale».
E poi:
Non è il Datagate, certo ma l’attacco è pubblico, ma ha il sapore della rivincita. Il governo americano per la prima volta attacca esplicitamente e pubblicamente la Germania, accusando le sue politiche economiche di essere responsabili della debolezza dell’Eurozona. Berlino punterebbe troppo sull’export e non sulla domanda interna, ha accusato il rapporto semestrale del Tesoro statunitense sulla manipolazione delle valute.
Se questo attacco stanco fa infuriare qualche lettore qua,
funziona proprio come previsto: divide et impera. Dopo un decennio di
corruzione, la Babilonia americana viene consapevole della possibilità della
propria caduta.
Che l'eurozona non riesce a mantenere tutte le promesse da
marinaio con cui fu venduta agli europei (un'eternità fa, come mi pare oggi,
mentre infatto era solo qualche 15 anno) è evidente:
I. Non tiene la Germania al guinzaglio, come hanno voluto i
francesi
II. Non fa integrare la Germania in una gran felice famiglia
europea, come hanno pensato i tedeschi
III. Non significava sposare un ricco (scusate l'espressione
inelegante), come hanno sperato i mediterranei
IV. Finalmente, e forse più tragico, non significava la fine
di coercizione e dittatura, come hanno creduto i slavi, ma portava in sé il
germe di un nuovo ciclo di autocrazia (cioè, 'sta cosidetta "integrazione
politica").
Comunque possiamo pure concludere che questo non sia un vale
critico della politica tedesca (il problema non resta né con un nord
"austero", né con un sud "improduttivo"; resta con una
unione monetaria difettosa, che, come scopriamo ora, non avrebbe mai dovuto essere creata).
Nel frattempo, gli americani si svegliano al fatto che il
"end game" ha cominciato. In Q2 di 2013, il loro credito al consumo
ha raggiunto più di $3 trilioni, il totale credito alle famiglie più di $13
trilioni, con un bel $15 trilioni di debito pubblico per finire. La sola cosa
che previene il loro mercato azionario dal collasso è un volume osceno di
"Quantitative Easing". Ma niente paura, il gran saggio Bernanke (e
ora la sua succeditrice Yellen) dice che non ci sia causa da preoccuparci.
Può ben darsi che soppravviveranno anche il prossimo
fallimento finanzario grazie ad un altro assolto ai contribuenti. Ma arriva un
punto, quando tutti gli ufficiali, polizisti ed eserciti non vengono pagati di
più, e quando quasi 48 milioni vanno senza i loro buoni pasto. La perdita di un
impero è sempre tragica, e spesso anche violente, cosa che mi veramente fa
paura in tutto questo.
Nota bene: Lo so che come tedesco sono automaticamente discepolo
cieco di nostra Führerin Merkel, e quindi questa mia analisi nient'altro che
propaganda. Grazie per la lettura, e
buona giornata.