Saturday, November 2, 2013

Cose che ho trovato dal Corriere ieri. 

Via i guanti di velluto: il Tesoro Usa accusa, per la prima volta in modo esplicito, la Germania di attuare una politica economica troppo egoista che danneggia i suoi partner dell’Europa meridionale e soffoca l’economia globale: «La crescita anemica della domanda interna tedesca e la dipendenza di questo Paese dalle esportazioni hanno ostacolato il ribilanciamento delle economie proprio quando a diversi altri Paesi dell’eurozona era stato chiesto di contribuire all’aggiustamento frenando la loro domanda interna e comprimendo le importazioni. Il risultato di tutto ciò è stato una tendenza deflazionista prima dell’area dell’euro e poi dell’economia mondiale».

E poi:

 Non è il Datagate, certo ma l’attacco è pubblico, ma ha il sapore della rivincita. Il governo americano per la prima volta attacca esplicitamente e pubblicamente la Germania, accusando le sue politiche economiche di essere responsabili della debolezza dell’Eurozona. Berlino punterebbe troppo sull’export e non sulla domanda interna, ha accusato il rapporto semestrale del Tesoro statunitense sulla manipolazione delle valute.


Se questo attacco stanco fa infuriare qualche lettore qua, funziona proprio come previsto: divide et impera. Dopo un decennio di corruzione, la Babilonia americana viene consapevole della possibilità della propria caduta.

Che l'eurozona non riesce a mantenere tutte le promesse da marinaio con cui fu venduta agli europei (un'eternità fa, come mi pare oggi, mentre infatto era solo qualche 15 anno) è evidente:

I. Non tiene la Germania al guinzaglio, come hanno voluto i francesi
II. Non fa integrare la Germania in una gran felice famiglia europea, come hanno pensato i tedeschi
III. Non significava sposare un ricco (scusate l'espressione inelegante), come hanno sperato i mediterranei
IV. Finalmente, e forse più tragico, non significava la fine di coercizione e dittatura, come hanno creduto i slavi, ma portava in sé il germe di un nuovo ciclo di autocrazia (cioè, 'sta cosidetta "integrazione politica").

Comunque possiamo pure concludere che questo non sia un vale critico della politica tedesca (il problema non resta né con un nord "austero", né con un sud "improduttivo"; resta con una unione monetaria difettosa, che, come scopriamo ora,  non avrebbe mai dovuto essere creata).

Nel frattempo, gli americani si svegliano al fatto che il "end game" ha cominciato. In Q2 di 2013, il loro credito al consumo ha raggiunto più di $3 trilioni, il totale credito alle famiglie più di $13 trilioni, con un bel $15 trilioni di debito pubblico per finire. La sola cosa che previene il loro mercato azionario dal collasso è un volume osceno di "Quantitative Easing". Ma niente paura, il gran saggio Bernanke (e ora la sua succeditrice Yellen) dice che non ci sia causa da preoccuparci. 

Può ben darsi che soppravviveranno anche il prossimo fallimento finanzario grazie ad un altro assolto ai contribuenti. Ma arriva un punto, quando tutti gli ufficiali, polizisti ed eserciti non vengono pagati di più, e quando quasi 48 milioni vanno senza i loro buoni pasto. La perdita di un impero è sempre tragica, e spesso anche violente, cosa che mi veramente fa paura in tutto questo.

Nota bene: Lo so che come tedesco sono automaticamente discepolo cieco di nostra Führerin Merkel, e quindi questa mia analisi nient'altro che propaganda.  Grazie per la lettura, e buona giornata.